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Non leggere se devi guidare.

Giacché oggi si festeggia il world vegan day, mi pare doveroso accantonare il libro di finanza aziendale per aggiornarvi su questi miei primi sette mesi vegani.
Non mi aspettavo certo che a Forlì avessero organizzato qualcosa in proposito visto il successo della sagra della porchetta, seconda solo alla sagra della mora romagnola con contorno di ciccioli.
Poche sono state le persone che incuriosite da questo mio repentino cambiamento, mi hanno appoggiata. Come dare torto al restante 80%? La domanda più ricorrente è: 'ma come fai?è assurdo' seguita da 'tu sei pazza' 'tu così ti ammali', non ultima la più gettonata 'ma lo sai che anche le piante soffrono? studi scientifici dicono che'. 
A tal proposito, in soli sette mesi ho scoperto cose che prima non immaginavo lontanamente, tra cui quella di essere circondata da (improvvisati)esperti nutrizionisti pronti a difendere con le unghie e con i denti le loro errate convinzioni; roba che anche i muri sanno che i mammiferi producono il latte solo ed esclusivamente in gravidanza e che gli animali soffrono e gioiscono esattamente come noi (sì, noi siamo animali. Eureka!). 
Diffidate dal mito dello zio Tobia che nella vecchia fattoria ha le vacche che producono latte spontaneamente come se piovesse (anche se fosse non garantirebbe più di mezzo bicchiere al giorno) e pecore che non vedono l'ora di passare l'inverno come naziskin.



Io faccio parte della ''categoria'' vegani menefreghisti, ossia quelli che piuttosto che perdere tempo con gente che prova piacere nel provocarti (fingendo un iniziale interesse allo scopo di iniziare  la conversazione), ascolterebbero i racconti sull' adolescenza selvaggia di Lillo per ore. 
Gente che quando ha saputo della mia iscrizione alla setta vegana (sì, ho sentito anche questa) mi ha tolto il saluto (e l'amicizia su fb, ahahaha) credendo di farmi un dispiacere. Seriously?
Quindi ecco, io non sono una di quelli che al cenone di Natale viene a dirti quanto male fa la carne se non espressamente richiesto. Tuttavia, zia Concetta ad oggi non mangia più carne. Daje zia! 
E no, non mi improvviso nutrizionista ma cito libri e studi che non hanno nulla a che vedere con wikipedia, la dieta Dukan (ahimè, ho sentito anche questa!) e i servizi di Medicina33; e non mi reputo un' illuminata che crede di aver scoperto la verità assoluta (ci siete cascati?!).
Voglio dire, posso insistere sul fatto che è ingiusto che gli animali soffrano se vedo che sei sensibile alla causa ma francamente della tua salute (a meno che io non ti abbia a cuore) non me ne può fregar di meno. Evviva l'egoismo settoriale!
Tranquilli, nel momento in cui mi viene detto 'il maiale ha fatto una morte dignitosa su questo piatto, nonna portami il bis di questa succulenta bistecca!' io inizio a parlare del meteo e del fatto che non esistono più le mezze stagioni. Ho reso? Quindi ecco, dopo i primi tentativi di divulgazione ho deciso che ci tengo più alla mia di salute. Cin cin!


Ma veniamo al dunque. Questi sette mesi mi hanno inevitabilmente cambiata, ho maturato quella che viene chiamata coscienza etica(e critica) che è latente in ognuno di noi (almeno si spera!) che prima si limitava al preoccuparmi di non investire i gatti sulle autostrade e a gettare correttamente il tetra pack e le pile esaurite. E a non nominare il nome di dio Ivano. Ovvio.
Ho conosciuto gente di cui mi sono innamorata un secondo dopo (sì, i miei gusti in fatto di empatia sono cambiati!), gente che al 'sai che ieri mi hanno detto che lo sperma è un derivato della carne e che quindi non possiamo...bè...hai capito' mi ha risposto con 'a me gli uccelli piacciono vivi, diglielo!' (immensa stima), gente che mangia solo crudo, gente che rischierebbe la propria vita pur di salvare gli animali, che scende in piazza per denunciare le barbarie commesse dall'uomo-essere senziente. Insomma gente che ne sa. Ignoravo che per produrre un kg di carne servissero: 35mq di foresta, 15.500lt di acqua, 15kg di cereali, con una conseguente emissione di 36kg di anidride carbonica. No non sto dando i numeri e no, non stiamo giocando a tombola.


Così, ho capito che abbiamo a disposizione un solo pianeta e che nel mio piccolo potevo contribuire a renderlo migliore (votate Miss Romagna numero 21 con un sms al), ma soprattutto che potevo rendere migliore me stessa. Sono o no, l'egocentrica di sempre?
Sì proprio io, quella che anni fa ha lanciato un gatto dalla finestra. C'è speranza per tutti.
Sono circondata da gente che dice cose che mi interessano, che fa cose che mi interessano e che la pensa come me e che (un caso?) ha un sacco di interessi di un certo spessore.
Sono lontani i tempi in cui ero costretta a sorbirmi la nail art della settimana, gli aggiornamenti su chi ha scelto chi a uomini e donne, gli ultimi pazzi pazzi acquisti in saldo di gente che è meglio lasciar perdere.

E' bello condividere il cibo con gli amici, ma se l'amicizia si dovesse reggere sul fatto di bere e mangiare le stesse cose e non sul condividere valori, affetti, rispetto reciproco, gioie e dispiaceri, beh, sarebbe davvero deludente e non sarebbe una vera amicizia. Mangiare per socializzare va benissimo. Non va bene mangiare cose che ci fanno male o che vanno contro la nostra etica personale per socializzare a tutti i costi.

Quindi, lo scopo di questo post qual è? Invitarvi a riflettere, a circondarvi di persone che vi amano per quello che siete, a non vedere il cambiamento come qualcosa di necessariamente negativo, a farvi del bene, a scegliere da che parte stare, a non incassare passivamente quello che vi propinano tv e i giornali di bassa lega. Siate curiosi. Per voi stessi.

(Sono diventata anche un pelo più romantica. Vi ho commossi?)

Troppo culo alle volte..

Sembrava andare tutto bene: una traumatizzata (da che?!) in casa e due dirimpettaie belle, propositive, solari, simpatiche ed espansive, a bilanciare il tutto. Perfetto, mi basta suonare alla porta accanto che vuoi che sia! Fino a quando, una settimana fa Peppa Pig taglia la corda.
La trovo sul pianerottolo, in lacrime, che mi racconta di non riuscire a sopportare le crisi isteriche di Lillo, il cortile chenonvistoadescrivere (un giorno giuro che ve lo faccio vedere!), l'odore del mosto che aleggia per le scale (sì, Lillo si è dato al vino homemade), gli infissi del caxxo/freddo che verrà, le due matricole scansafatiche (per lo meno Insy è ordinata e non sporca!), ecc..
L'idea di non aver vita facile per i prossimi dodici mesi le causava insonnia e ha deciso di andar via. Grande dispiacere a corte. Seguono carezze e abbracci. Ma come, ora che ho trovato una che mi sta simpatica e che mi parla, se ne va nel fine settimana? Mi offro di aiutarla con gli scatoloni e di lasciarle la mia stanza per un eventuale e temporaneo deposito dei suddetti.
Mi ringrazia mille volte e ci salutiamo. Ignara, io, del fatto che quello sarebbe stato l'ultimo fatidico saluto, mi dico che infondo potremo rivederci e magari uscire insieme dal momento che cambia casa ma non cambia città. Non tutto il male viene per nuocere, no?
Domenica suono alla porta e mi apre Genius, il maschio di casa, e alla domanda 'Peppa Pig c'è? Non mi ha più fatto sapere nulla...' mi risponde 'no, Peppa Pig è andata via ieri'.
Se ci fosse stato un cameraman nei paraggi gli avrei chiesto di farmi rivedere la scena, con un rapido zoom sulla mia espressione sgomenta. Mi cadono braccia, zigomi e pure le tette.
Uno scossone e 'Genius sei serio?'. Era serio, sta stronza è andata via senza manco salutare.
Non sto qui a descrivervi quanto ci sono rimasta male e di quanto, troppo spesso, la gente riesce a deludermi più di quanto io possa immaginare. Io mi affeziono troppo velocemente, ahimè.


Poco male, tanto c'è E-velina! No, manco E-velina.
Complice il pianerottolo (sempre lui, se qualcuno volesse girarci una sitcom si faccia avanti, io so recitare) e qualche sentore (sì, ho pure un settimo senso!), qualche giorno dopo E-velina mi da la lieta novella: la mattina seguente se ne torna a Napoli, forever. Ha da poco compiuto i 18anni, la facoltà scelta non le piace (e te credo, scienze politiche! Pier non ne averne!), a Forlì non c'è nulla da fare (come darle torto) e ha deciso che tanto vale che se ne torna al nido.
Un pugno in faccia mi avrebbe fatto meno male, sappiatelo. Incasso il secondo colpo e mi rassegno. Lei almeno mi saluta, dispiaciuta, e mi lascia i suoi contatti.

Quindi niente, ora siamo sempre io che continuo a ripetermi come una mentecatta 'ma che caxxo? ma perchééé?, Andrea (che poverino cerca di limitare il danno lasciato da Peppa Pig dicendomi che in purgatorio c'è un girone apposta per i maleducati) e Insy.
Se mi abbandonate anche voi, è la fine.

Sono una contraddizione deambulante

Ho lettori esigenti, dicono. Ho lettori che, su facebook, mi ricordano che devo aggiornare il blog.

La verità è che sono in uno stato di calma assoluta, il che può essere positivo (quando mai sono stata calma, in vita mia?) e al tempo stesso negativo per chi immagina la mia giornata fatta di una sveglia tutto sommato presto, università-interazioni sociali, un veg panino a pranzo il martedì e quando va male crackers, appunti e dispense sparse di statistica e finanza aziendale, coreografia della sigla di Renovator, cena (''Andre, è passata Insy o sbaglio?'' ''boh, è un fantasma''), film vari e sonno dei giusti. A noi piace. Amo la mia quotidianità, l'abbiamo costruita insieme.
Mai avrei immaginato che tornare a casa, bestemmiare in cortile, tagliare zucca, carote e zucchine, abbracciare Andrea, ridere e bisbigliare, buttare l'organico, prendere calcolatrice e bollette, uscire in bicicletta, esultare al verde di Viale Roma, addormentarmi tra le sue braccia, mi avrebbe resa così felice. Lo sono. Tanto. (vi ho distolti dal prescrivermi un TSO?!)
Ho ripreso a farmi crescere le unghie, se vi può interessare, e ciò significa che la consapevolezza che un mondo migliore inizia dal fatto che una ragazza per bene ha le unghie curate, è vicina.

La mia cattiveria e il mio sarcasmo hanno traslocato assieme ai 13 scatoloni e mi vedono spesso inveire contro i polpacci di Clio Make Up, grandi quanto i baobab del Madagascar (cit.) e contro Maledetta Parodi (ndr.) che non si lava le mani, MAI. Tipo quando apre un uovo e poi mi impasta pagnotte, tipo quando impana la cotoletta e poi mi squarta un gambero indifeso.
Allora urlo davanti alla tv come una vecchia bisbetica e zitella sul divano in ecopelle rosso, con un calice di succo di mirtillo alla mano destra e la pensione stretta nel pugno sinistro.
Ho reso? Sto invecchiando precocemente, dite?
Certe sere si va a letto solo dopo aver visto una carrellata di video sui porcini. Ah, non ve l'ho detto? Mi è presa la fissa di andare a cercar funghi. Conoscendomi sarei disposta a chiedere passaggi sulla Cervese pur di trovare un romagnolo sessantenne sensibile alla causa che mi svela il suo faggeto di fiducia e mi racconta storie della sua adolescenza passata a cacciare cinghiali a raccogliere castagne, porcini e puppole, quindi evito. Lillo è da scartare: mi porterebbe sotto un faggio a bordo del suo furgoncino bianco poi parcheggiato alla meglio, con i fari accesi e mi farebbe fuori, sacrificando il mio corpo in cambio di qualche suppellettile vintage al mercatino dell'usato (è il luogo dei suoi sogni più perversi, ne sono certa!).
Ci divertiamo un sacco, dicevo. Un po' per i porcini, un po' per i concerti improvvisati sulle canzoni più disparate. Il mio cavallo di battaglia è E poi, di Giorgia. Dovreste sentirmi, vibra il cartongesso da quanto sono brava. Andrea, invece, in Bongo Bong non lo si batte.

Per quanto riguarda Insy, nessuna novità. Continuiamo a dirci solo due parole 'ciao' al mattino e 'ciao' al pomeriggio e sono convinta che se non lo volessero le convenzioni sociali, non direbbe manco questo. A volte mi illudo di aver guadagnato il dono dell'invisibilità, salvo poi rendermi conto che fa proprio finta di non vedermi quando io invece la vedo benissimo mentre si immerge di testa nel barattolo della Nutella o mentre ammicca alla bilancia che segna 200gr di pasta. Però le vogliamo quasi bene, non disturba, non sporca e annuisce sempre. Attendiamo fiduciosi di sentirla parlare 'fluent italian'. Stay tuned.

Quella a destra è la mia umile dimora da 170euro mensili.

Pensieri, parole, opere.

Incrociando le dita e facendo la danza della stracaxxo di connessione, il tecnico dovrebbe attivarci la linea mercoledì prossimo. Salvo sfighe ulteriori.
L'essere inanimato che vive con noi ho deciso di battezzarlo Insy, diminutivo di Insipida.
Non parla, non respira, non interagisce col mondo. Ora ditemi quante probabilità c'erano che mi capitasse una che a stento annuisce? Certo sempre meglio di una rompipalle, direte voi.
Posso assicurarvi che è in grado, Insy, di mettermi fortemente a disagio quando ci ritroviamo a tavola e lei sta in silenzio. Quindi solitamente decido di iniziare un discorso, sperando che questo abbia un seguito e che non sfoci in imbarazzanti momenti di silenzio (io odio i momenti di silenzio!!). Bene. L'esito è negativo, sempre!

''Insy come è andato il primo giorno di università?''
dopo 3 secondi ''Mhh...bene''

Blatero qualcos'altro sperando che ne esca fuori un pensiero ma niente.
Fine della conversazione tipo.

''Ciao Insy? tutto bene? Che mi racconti?''
''Mah...niente di che''

Fine della conversazione. Perché è ovvio che non vuole continuare, altrimenti mi avrebbe chiesto come mi è andata la giornata o chessò, avrebbe aggiunto dettagli.

''Insy, ti va di cenare insieme?''
a gran voce, dal suo tugurio ''N O!''

Perché sono così sfigata? Perchéééé? In compenso, ho due dirimpettaie eccezionali.
Solari, simpatiche, belle e positive. E-Velina e Peppa Pig.
Ah già non vi ho detto che Insy oltre ad essere insipida è anche inutile, dal momento che con il locatore dobbiamo parlarci sempre io e Andrea e beccarci i suoi scleri dovuti al fatto che a 70 anni non ci sta tanto con la testa. Ma questo lo sapevate già! Inutile dire che anche per internet ce la stiamo vedendo noi e se la interpelliamo non apre bocca. Sarà posseduta? Consigli per farla parlare? Lo chiedo alle neo mamme, insomma.

p.s. ovviamente abbiamo scoperto che ad essere persuasiva era la madre e non Insy.
Bella fregatura!

Notizie dal fronte


Noi stiamo bene. Nel senso che ce la caviamo. Senza internet ma ce la caviamo.
Jabba non c’è e nemmeno Jolly e SmEmo. Insomma, siamo nella nuova casa da due settimane e sorprese (leggasi fregature) a parte, si sta un gran bene.
A luglio il locatore –che da ora in poi chiameremo Lillo- ci garantì che nel prezzo era compreso internet. Grande festa a corte, salvo poi scoprire (due mesi dopo, ‘tacci sua) che
il suo ‘sì, internet è disponibile’ era da tradursi con ‘se volete mettere internet potete farlo’. Grazie al caxxo, mi verrebbe da dirgli.

Quindi attendiamo l’omino di fastweb che non verrà prima della fine del mese. Non vi dico che trauma, che angoscia, che senso di impotenza nel non potervi raccontare live cosa ci stava accadendo i primi giorni. Ma partiamo con ordine: ho preso 30L in diritto tributario e sono molto happy. Detta la cosa più importante, veniamo al resto. #tiratela
Saremo in tre (la perfezione? la speranza che quest’anno vada meglio?): io, Andrea e Tizia X (aspetto di vederla domani prima di affibbiarle il nick adeguato). Io penso che sarà una gran figa (aiuto!), Andrea spera che sia vegana e che non sia grassa perché se no in cucina non ci stiamo. Ad oggi so solo che è dotata di grandi capacità di persuasione, dal momento che è riuscita a convincere Lillo affinché ci cambiasse il lavello in cucina e il miscelatore in bagno. Io sono, ancora oggi, basita. La mia unica richiesta è stata di farmi firmare un contratto per studenti (richiesta legittima tra l’altro) e la risposta è stata ‘se non vi va bene, potete andarvene’ e mi sono ritrovata a firmare un contratto di locazione qualsiasi che non mi consentirà alcuna detrazione finale.
Roba seria insomma, mica pizza e fichi, ma nisba. Fuck.

Lillo ha 70 anni suonati, soffre di accumulo compulsivo ed è per questo che l’intera palazzina ha un giardino sfiorito, coperto da mille cose inutili e sporche e roba di ogni genere accatastata alla peggio, in giro. Non vi riporto testimonianze fotografiche ma se avete visto Sepolti in casa su Real Time, potete farvi un’idea. Tuttavia, ha promesso che metterà a posto; l’anno di mai e il mese di poi, dico io. La sua lingua madre è il romagnolo stretto, quando parla ci capisco poco (e sarà per questo che abbiamo evidenti problemi di feeling) e quando mi vede esulta con ‘ciao Emilia Romagna’. E’ un burlone, non ve l’avevo detto? Ha inoltre promesso di procurarmi un’aspirapolvere e una poltrona girevole (che spero non sbuchi da un capannone in affitto in Burundi. Ne è capace).

Dicevo, si sta un gran bene. La casa è piccola ma confortevole e la mia stanza è un sacco carina. Andrea ha la stanza più grande, il letto matrimoniale e un terrazzino niente male se si chiudono gli occhi e si immagina il giardino coperto da una coltre di neve che nasconde l’inimmaginabile.
Ci fu garantito che al nostro arrivo la casa sarebbe stata tinteggiata e pulita (a nostre spese) ma così non è stato, tant’è che dopo sette ore di viaggio in treno mi sono dovuta fare un mazzo tanto prima di potermi mettere serenamente a letto e pensare ‘da oggi, nuova vita’.
Mia madre non fa che ripetermi che ora io e Andrea con-vi-via-mo (a seguire, io le urlo che ‘siamo due coinquilini fidanzati’) e che non sa come dire ai parenti fermi al 1800 che due ragazzi possono vivere insieme anche se non sono sposati e che no, il pacco che mi ha spedito non contiene nessuna dote.
 Al telefono non manca di chiedermi ‘Come va? Tutto bene? Litigate? Non farti impietosire e non fare il suo turno di pulizia’. Temo che solo tra qualche anno verrà a conoscenza del letto matrimoniale, ci tengo troppo alla sua salute mentale.
E niente, non vi sembro forse felice? Inconvenienti e accumulo compulsivo a parte, spesso sorrido e penso che non rivedrò più Jabba, che non sentirò più Jolly ridere istericamente né venirmi a bussare incaxxata, che posso mangiare con Andrea quando mi pare, baciarlo a tutte le ore del giorno, che non c’è più una taglia sulla mia testa e che solo questo vale più di tutti gli svantaggi che ci sono qui.
Sì perché, non vi ho detto che siamo vicini allo stabile dei Vigili del fuoco e che ad ogni ora del giorno (e della notte? Boh, io ho il sonno pesante per fortuna) parte un jingle e una voce all’altoparlante ci avverte delle dinamiche interne (conto però di andare a chiedere spiegazioni il prima possibile anche perché non ho capito cosa possa fregare a noi, poveri cittadini, dei fatti loro. Faccio prima a chiamare direttamente il 115, dite?).
Tuttavia credo che ci abitueremo presto anche perché spesso non ci faccio nemmeno più caso. Vi ho già detto che il giardino è uno schifo e che ogni volta per entrare in casa tocca bestemmiare? Che l’acqua nel water scende così piano che farei prima ad utilizzare quella cosa lì, che (due volte su tre) resta a galla, come concime per il mio orto di verdura biologica immaginario? Uno spettacolo che non vi dico, giusto ora che col veganismo ho vinto la stitichezza. Che il bidet traballa e che quell’ idiota l’idraulico ha detto che non si può sistemare neppure col Saratoga? So’ problemy.

Amo Andrea e tutto il resto è superfluo. Era chiaro, sì? Ora auguratemi buona fortuna e tanta tanta pazienza, ne ho bisogno.

p.s. non fate caso allo stile del post, dal pc della facoltà riesco a fare poco e sembra solo un'accozzaglia di parole, mi vengono i brividi solo a guardarlo (conto di rimediare presto, abbiate pazienza).Dovevo necessariamente aggiornarvi, mi siete mancati.

Happiness is #1

Rivedere Andrea, dopo ben 35 giorni di m.rda.

Mirror climbing

Ci sono post che turbano la gente. C'è gente che turba me. Per dire. Ma non per questo la elimino, la gente. I commenti di cattivo gusto sì, perché il blog è mio, è il mio egoblog e quindi ci scrivo quel che caxxo mi pare. Oggi sono serena, si vede?

Io però ho un dubbio: la gente ci fa o ci è? Non ne vengo a capo.
Ho conosciuto donne che mi odiavano per il semplice fatto che il giorno seguente ricevevano sms del tipo ''hai presente la tua amica, quella bruna che ci hai presentato ieri sera? mi daresti il contatto fb?''. E si sa le donne so'stronze, so'invidiose e allora ciao, Emy non la invitiamo più.
Ho conosciuto uomini che ''no oggi no, esco con Tina, Pina, Gina e Nina'', della serie tu no, non ci puoi essere perché hai due braccia e due gambe. (Smile honey. Yes, you. It's a joke.)
Ho conosciuto gente che teme la mia presenza, teme il fatto che io possa focalizzare l'attenzione su di me. Che se ci pensate è una cosa molto stupida e io non faccio cose stupide. E allora ciao, Emy non la invitiamo più che poi risulta simpatica e fa ridere la gente e a noi non ci cagano.

Allora mettiamo in chiaro due cose: non sono appariscente e mi vesto abbastanza male, non so stare in silenzio per troppo tempo, per rompere il ghiaccio spesso faccio battute intelligenti che capisco solo io e ci faccio la figura della cretina. Io ho il brutto vizio che se malauguratamente qualcuno è venuto a conoscenza della mia alimentazione e mi chiede 'ma davvero sei quella cosa lì....veganiana?' educatamente rispondo e ne viene fuori un pippone di mezz'ora tra domande e risposte. Preciso: la gente mi chiede e io rispondo. Io non chiedo, non salgo sui tavoli, non agito le braccia e tiro fuori le poppe a ritmo di Takatà e urlo al mondo intero 'ehiii, guarda un po' qui, sono vegana! guardami! guardami!'. NO. Però la gente mi teme e me lo dice. (che parolone, nevvero?).


Ora mi rivolgo a voi e mi aspetto una marea di commenti (vero che lo fate? è per una giusta causa), voglio capire cos'è l'amicizia, cosa mi sfugge e in cosa sbaglio.
Cos'è per te l'amicizia? Hai un migliore amico? Se sì, cosa lo rende tale? Sei un vero amico per qualcuno? Se sì, sapresti dire cosa ti rende tale?
Se anche tu stai sul fallo alla gente, non scappare, qui sei il benvenuto, raccontaci la tua storia.

Ciao, mi chiamo Emy, ho 22 anni e conosco solo gente che pratica il mirror climbing a livello agonistico e che no, non ha cinque anni ma molti di più. Mi capisci? Give me five.

Storie di cozze e stelle marine.

Ho rivisto per caso quella che è stata la causa dei miei complessi pre adolescenziali, colei che per la prima volta mi ha fatto depilare la gamba destra col bic rosa (avevo un pelo, uno. Non vi dico ora quanti ne ho), quella che quando uscivamo mi rendeva invisibile e attirava palesemente falli di ogni genere, quella che io la bruna lei la bionda, quella che 'i baci fanno venire l'herpes'. Lei bellissima. Io un piccolo cesso ambulante. Lei coi peli biondi, io con un accenno di monociglio. Ma dio esiste, oh sì che esiste! Quella che 'no io dopo la terza media, mi fermo', quella che 'ah, l'università è un ripiego per chi non vuole lavorare'. Strozzati.
Ma oggi ti ho rivista, sì eri tu, spiaggiata in riva al mare. Quanti erano quelli? 20kg in più? E quello sul bacino non era forse il tamarrissimo tatuaggio di tre metri sopra il cielo? E quello in testa non era forse un terribile biondo cenere non più platino? E quella non è forse una terza ormai sfiorita? E sì, tesoro, quella che all'improvviso ha preso il largo, ha nuotato come una forsennata, incredula, commossa, eccitata ero io che urlavo:
GRAZIE DIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!
Beata te che fotografi la Natura in estate, per renderle omaggio, nonostante tutto quello che ti ha fatto. Con affetto, Emy.


Per almeno un anno, ad autostima sono apposto. Grazie. Ora scusate, corro ad abbracciare mia madre che mi ha fatto bella, modesta e intelligente. 

Cogito ergo BUM!

In questi giorni, la tv è la mia migliore amica.
Devo sorbirmi gli spot di real time 24h al giorno e non vi nego che qualche jingle mi entra nel cervello, tormentandomi. Almeno fino a quando non irrompe mio padre, sbuffando e urlando che non ne può più di matrimoni, gente a dieta, figli che nascono senza saperlo. Ti capisco, papà.
Alterno voglie di gravidanza, a voglie improvvise di hamburger (malissimo). Mi capita di urlare contro delle povere donne grasse e giurare a me stessa che mai in vita supererò la taglia 42.
Arrivo perfino a pianificare mentalmente il mio matrimonio, per dirne una: ho già scelto il mio abito da sposa. Lo voglio a sirena, con un corpetto aderente che mi strizzi le tette e mono spalla obliquo. Niente fiocchi, nè strass e gingilli rosa. Prendete nota, visto mai.
Se poi avete tempo, chiamate Enzo e Carla e fateli venire da me. Ne ho bisogno, seriamente.

Per restare in tema, vorrei dire a quei geni del marketing che sono dietro la pubblicità del Vagisil che se una ha un fastidioso prurito intimo, la loro crema del caxxo non è la soluzione, nè tanto meno grattarsi, come consiglia qualche ironico qualunquista. Una visita ginecologica è la soluzione. Ma davvero c'è gente che a 30 non hai mai visto un ginecologo? Davvero c'è gente che pensa che il papilloma virus si debelli con Avast? Sì, davvero.

Poi c'è lui: lo spot del contraccettivo Persona. Io quei due sul divano li prenderei a badilate. La loro vocina odiosa, mi irrita, mi fa venir voglia di manomettergli il dispositivo con la telecinesi. Ma la cosa più bella è la scritta ''consigliato a coppie stabili''. Che vuol dire stabili? Che se rimani incinta lui non scappa? Che il preservativo è per sgualdrinelle da una notte e via?
E perché, piuttosto, non dite che l'efficacia è di appena il 94%? Minchioni.

Mille punti invece, alla pubblicità della candeggina monodose. L' angelo del focolare, ripete ben due volte ''posso farlo ad occhi chiusi''. E qui il lampo di genio.
E' indicata per i non vedenti.
Perché non ci ho pensato prima?

Dite che è ora di spegnere la tv e farmi degli amici? E' che non c'è nessuno che mi garba. Voglio dire, non è necessario che abbiano tre occhi, due nasi e cinque orecchie, per me è importante che abbiano un cervello collegato alla bocca. E' dura, non potete capire quanto.

Pizza macrobiotica e drammi familiari

Non pensate che latito perché sono in vacanza. Tutt'altro. Me ne sto con il ventilatore sparato in faccia mentre con una mano mantengo i fogli e con l'altra trascrivo millemila appunti. Come mi godo io la vita, nessuno. Però ieri ho avuto il tempo di depilarmi e questa è già una gran cosa. Mettici pure che mia madre mi ripete ogni 0.2 ''ma quand'è che ti vedrò studiare? scrivi...scrivi...'', qualcuno le dica che ricopiare appunti fa parte della gran palla che mi attende dopo, ossia studiare.
Oggi tutto il parentado si incontra al mare tranne me perché non ho il costume adeguato all'occasione, secondo il supremo giudizio di mia madre ho costumi troppo miseri che mettono in risalto le forme e non sia mai che io faccia arrapare impallidire gli zii sessantenni.
Quindi o corro a comprare un burkini o nisba. Gegge, ora mi capisci? J

Ma passiamo alle cose serie: la pizza macrobiotica.
Avete tutti chiuso la pagina o qualcuno è rimasto? Restate! Restate! Le novità son tornate!
Prima di tornare in Puglia abbiamo deciso che non potevamo restare con il dubbio per un mese intero, ci siamo fatti coraggio e siamo andati al punto macrobiotico con un solo indizio 'niente salsa di pomodoro'. Inutile dire che io sono tornata a casa delusa e Andrea, soddisfatto.
La mia era alle zucchine, olive e salsa di riso alla modica cifra di 7euro. Carina è carina. Ma...


L'unica cosa buona sono state le olive, il resto era insipido e di una insolita consistenza. La base? La base era simile a una piadina, croccante e bassa. A me piacciono le pizze alte e morbide (tipo le napoletane) quindi il consiglio che posso darvi è di provarla ma di non scegliere questo condimento se siete abituati a pizze più gustose. Andrea a questo punto starà borbottando e componendo un sms di rimproveri perché secondo lui vi parlo sempre male della cucina macrobiotica ma, colpo di scena...


Alla meritatissima cifra di 7,50 euro, tornerete su questi schermi a ringraziarmi. In barba a chi dice che l'aggettivo delizioso non si associa alla macrobiotica. Questa è quella di Andrea (l'ho già detto che le scelte più azzeccate le fa lui?) e prevede scalogno, capperi e crema di carote.
Vi farà andare giù di testa da quanto è buona. Il merito è tutto della crema di carote per cui sono sicura che un modo per farla a casa lo trovate, se la pigrizia non vi contraddistingue.

Ogni volta scattare le foto è un'impresa perché dovete sapere che i macrobiotici (o forse solo la categoria forlivese?!) non usano i cellulari e invitano caldamente la clientela a lasciarli fuori dal ristorante. Quindi potrete assistere a scene di gente che si rifugia sotto il tavolo per rispondere a un sms, a me che faccio il palo mentre Andrea scatta una foto e roba simile.

 Per oggi è tutto e casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte.

Vivi e lascia vivere. No.

Questo caldo mi ammazza e andare al mare non mi aiuta. Abbiamo un mini ombrell(one), della cui ombra dobbiamo godere in due, che si sa dalle 12.00 alle 15.00 è meglio non esporsi al sole; e noi ci rannicchiamo, immaginateci in posizione fetale gemellare o -se preferite la versione osè- così, in quei pochi cm di zona franca. Ma mica solo noi eh, ne ho viste di ogni in questi giorni.
Tuttavia vi risparmierò il post in cui vi descrivo ogni esemplare tipico da spiaggia. Avrò letto una decina (e negli anni aumentano) di post tutti uguali, tutti dannatamente scritti male, tutti nelle stile vogliofareilsarcasticomanonmiriescebene, tutti sforzatamente ironici, quindi basta.
Però ho fatto l'appello, non mancava nessuno: c'era la sfranta cinquantenne in topless, il palestrato col mutandino vacante sul davanti, le fighe ucraine in tanga, millemila culi degni di nota (a parte il mio, erano tutti stranieri), centinaia di milf con le tettine bianche al vento e il resto del corpo abbronzatissimo (no ma geniale mettersi in topless solo dopo una una settimana di mare), millemila culi sfatti (quasi tutti italiane), i piccioncini epilettici (?!) in alto mare. C'era anche il mio esemplare preferito: l'uomo incinta, che io e Andrea chiamiamo con affetto ''cocomeraio''. Bellini.
Ho notato che qui al Nord, al posto della parmigiana (e delle tavolate che occupano mezza spiaggia) ci sono delle tristissime insalate di riso e dei tristissimi asciugamani al posto delle sedie confortevoli, reclinabili e con massaggio incorporato. No vabbè, scherzo. Però al Sud abbiamo delle sedie da spiaggia fighissime e very cool che voi del Nord non potete nemmeno capire.
Sempre noi, abbiamo il mitico Mr. Cocco che urla ''cocco bello! cocco per lui, cocco per lei, cocco anche per i gay'' e invece voi avete un tristissimo Mr. Cocco che fa ''cocco bello! alò! cocco dissetante''. Ignorante, il cocco non è dissetante per niente. Non c'è paragone proprio, capite?

Sempre in questi giorni ho capito che c'è gente davvero scema, ustionata, che continua a stare al sole, per di più spruzzandosi l'abbronzante ogni cinque minuti scarsi. Tanta pena.
Ad ogni modo al mare si va per rilassarsi, per non pensare a nulla, mica per guardarsi intorno e fare studi antropologici. Avete ragione, ora vado dietro la lavagna, in punizione, sui ceci secchi.

Anyway, gli scatoloni sono quasi tutti pronti, mancano le ultime cose, considerando che vado via martedì. Siamo rimasti, io (e Andrea), Jabba e la donna triste aka Jolly. Jolly è arrivata oggi, accolta da Jabba, alla quale ha detto 'ciaaaaaaaaao, come stai? ma sei abbronzatissima', a seguire bacini e convenevoli melensi che vi risparmio e fin qui tutt'ok, se non fosse che Jabba non è abbronzata per nulla. Mah. Vado in cucina, biascico un ciao a Jolly e lei mi risponde solo ciao. Allora?! Non lo vedi, cretina, che sono abbronzatissima?!?!? Perché a me non dici nulla, eh?! Bitch


p.s. adoro fare le parole crociate con Andrea e dire 'sono troppo intelligente'. Tze. Tanto amore.

No, vabbè #2

Sarei dovuta essere al mare. Sarei. Appunto. Il clima mi è avverso ed è ingiusto perché ho finito gli esami prefissati, ero tutta in foga, mi ero portata avanti con gli scatoloni (ah,
li ho trovati!) e mi meritavo qualche giorno di mare, uffa! Ah bè, ci siamo andati venerdì e indovinate? Sciopero
dei bus. Ultimo bus per il ritorno 14:28.
Bello schifo, 4 ore scarse di sole.
Che se non avessi sentito un signore chiedere info all'autista saremmo rimasti lì perché ovviamente a noi non l'aveva detto nessuno. Ottimo. E però godo per quelli che si sono presi le ferie e stanno lì a bestemmiare. Tze! E quindi vi piazzo sta foto anti sfiga (che mi fa rimpiangere di non essere lesbica), chissà che mi porti fortuna e torni il sole.

Con gli scatoloni sono a buon punto e devo dire che mi è anche piaciuto ma non lo rifarei, ecco.
Ho anche chiamato la Gente e no, non aveva i cz suoi grandi quanto gli scatoloni miei, anzi.

Sabato: la svolta! Abbiamo fatto la mozzarella vegana homemade con la ricetta di Concita, l'ideatrice. Santa subito! E' buonissima, della giusta consistenza (tuttavia non fila!) e di gran lunga superiore a quelle in commercio (vedi mozzarisella, vegusto..). La base pizza biologica al farro, un po' meno. Jabba è stata lì per tutto il tempo e ci guardava schifata muhahaha

Con le pinne, senza fucile e gli occhiali.

L'esame è andato. In teoria sono in vacanza fino al 31 luglio. Yeee!
In pratica, ad agosto devo studiare per due esami di settembre. Ce la posso fare.
Sarò a casa mia, a due passi dal mare e non devo cedere alla tentazione. NO! Si studia.
Sempre in pratica, devo decidermi a raccattare sti benedetti scatoloni (sì lo so, sono paranoica, da quant'è che ve lo dico?) e tra un imballaggio e l'altro, io e Andrea ce ne andiamo al mare con il bus.
Al mare. Con il bus. Vi sento che ridacchiate di me. Vi sento che mi chiedete definisci mare.
Tant'è che diversamente non si può fare e armati di frutta e pochi viveri, ci si gode il sole e si sintetizza la vitamina D. Domani non avrò libri da sottolineare, bilanci da riclassificare e fogli di calcolo ovunque e questo è già un traguardo. Ormai ero a quel livello in cui allunghi il braccio per prendere il telecomando del condizionatore e la mano finisce sulla calcolatrice, o viceversa.

Scriverei un post per quelli che 'oh sì, io pure sono a Forlì, ci vediamo, facciamo, organizziamo' e poi col cz che ti chiamano quando varcano la soglia di casa. Ma ho deciso che per oggi mi astengo, che tanto la Gente è tutta uguale e io sono allergica alla Gente. Così io e Andrea ce ne andiamo al mare da soli. Perché noi da soli si sta un gran bene. Nevvero? E' vero.
Viaggerò scomoda in un bus con l'aria condizionata precaria, che o funziona il fresco o funziona il bus.

L'anno scorso andavo al mare con l'Ameba, il fine settimana. Il tragitto era una noia mortale, ma pure il resto. Immaginatevi il traffico, la strada che si allunga e non si accorcia, l'aria condizionata spenta perché consuma, i finestrini aperti con l'aria che ti romba nelle orecchie, allo stereo i Kiss e maledirli, in testa il tormentone 'fatemi scendere! fatemi scendere oraaa!'. Ogni tanto allungava la mano sulla mia coscia liscia e cadaverica, e in 0.2 gliela rimettevo sul cambio. E quando finalmente si arrivava a destinazione, l'Ameba parcheggiava a due km di distanza perché qui non si paga e io ci provavo ad oppormi, ma nulla. In spiaggia era una noia al cubo, me la metto da sola la crema solare, però andava e veniva dalla riva per riempirmi lo spruzzino e tanto bastava per allietarmi la giornata, almeno fino al momento in cui toccava rientrare in macchina, rovente, con il rombo dell'aria nelle orecchie, again. Era un continuo no Ameba non sono troppo scoperta e quel tizio non mi sta guardando, stai buono, a cuccia. A tratti era divertente. A tratti molto brevi.
Tutto questo per dire che quando non hai amici, ti fai andare bene tutto, anche l'ultimo degli allupati purché sia auto munito e ti porti fuori da quelle quattro mura di una casa del cz.

E ora è diverso, ora c'è Andrea e non ci sono più mura, vedo a colori e rido, rido sempre. E non ho amici ma non mi importa, perché io di accontentarmi e frequentare gente che non mi garba al punto, non ne ho più voglia. Che tanto al mare faccio sempre amicizia con i treenni a riva che mi chiedono di spostare il piede perché di lì ci passano i soldati e sono in corso i lavori di costruzione per il ponte levatoio. Perbacco! Il ponte levatoio! E magari mi ritroverò a spiegare loro come calcolare il valore di mercato del castello e farò perizie nelle vesti di un tecnico qualificato in bikini e no, fermate i lavori, quelle torri vanno rifatte, sono a rischio frana. Già mi immagino Andrea che gesticola, che mi intima di lasciarli in pace e le madri preoccupate che hanno già chiamato la sicurezza. Ma io mi diverto e certi bambini sono meglio di tanta Gente.

Ci divertiremo un sacco, amore. Io sono tanto simpatica. La Gente è cattiva.

Di aneddoti e tossine

Usignolo, quella incinta, ha traslocato ieri. Una in meno davanti ai cogl, direte voi. Ben fatto! 
Mentre impacchettava le ultime cose, rimproverava Cipresso che le riponeva le tanto agognate bacchette di bambù (mangia solo con posate di legno perché quelle di metallo fanno male) NEI FOGLI DI GIORNALE a suo dire sporchissimi e pieni di batteri che avrebbero intaccato in qualche modo la purezza delle sue bacchette. Che cosa orribile i fogli di giornale, nevvero?
Tempo 3 secondi io e Andrea ci siamo guardati in faccia e siamo scoppiati a ridere. Andrea non ha esitato a dire 'ma mangerei più volentieri quel foglio di giornale'. Tanta roba. Amo quest'uomo.
Tutto questo preambolo per farvi capire che c'è gente che si preoccupa di mangiare dalle posate di legno, solo verdura biologica, bere acqua dalla caraffa filtrante e poi si ammazza di carne che contiene tossine, grassi saturi e colesterolo. Non ultima Jabba che rivolgendosi a Cipresso, esordisce con ''ma sììì dai, che schifo i fogli di giornale, sono pieni di tossine''.
Tossine. Queste sconosciute. Cattive tossine del giornale! Cattive! Cattive! Cattive!

Proprio Jabba che ieri davanti ai nostri occhi ha fatto fuori tre grossi spiedini e una coppa di melanzane fritte come contorno. Giuro. Ho visto cose, ieri, che voi umani... Io ancora non mi spiego dove diavolo ha messo tutta quella roba e mentre lo scrivo c'è Andrea che mi indica il fondoschiena mostrandomi a braccia aperte, la dimensione. HAHAHA
Poi c'è SmEmo che scop copula a destra e a manca con gente conosciuta la sera stessa e che 'ma no, il preservativo no, che poi non sento nulla' (Tesoro, devo proprio dirti perché non senti nulla? Che hai un corridoio al posto della... no vabbè niente, non è bello giudicare. No! No! E no!), che però avvia la lavatrice non prima di aver versato una bella dose di Napisan. Eh i batteri! Cattivi i batteri! Cattivi! Cattivi! Cattivi! Cattivi! 

E niente, questa casa offre spunti di riflessione (nonché grasse risate) a minuti alterni. Quindi come dicono gli onnivori: ognuno sceglie di temere quello che vuole, di mangiare quello che gli pare e di farsi del male come meglio crede, di copulare senza protezione, di sterilizzare gli spazzolini, ignorando tutto il resto. Mi sembra giusto. HAHAHAHAHAHAH no vabbè, ti chiedo scusa Jabba se ho osato darti dell' imbecille. Anzi no, non mi scuso. HAHAHAHAH

p.s. da settembre starò meglio, ma riderò di meno. Questo è sicuro. HAHAHAHAH

Miss Stopertrasferire

No ma il nuovo locatore non è mica una persona normale.
Però due singole grandi a centosettanta euro l'una, quando ci ricapitano? Dicevo, non ci sta molto con la testa e ha un fucile in casa. Interessante, direte voi. Per me può anche farsi di crack tutti i giorni o lasciarmi sbadatamente la dentiera nella cassetta della posta. Va bene tutto.
Magari un giorno leggerete che due uomini col camice bianco sono venuti a prenderlo e lui ha imbracciato il fucile e BANG! BANG! E ci faremo delle gran risate. O forse no.
Quindi, io dovrei darmi da fare il prima possibile e per darmi da fare intendo reperire degli scatoloni (dove?!), metterci dentro tre anni e mezzo di vita (come si fa? trucchi?) e elemosinare un piccolissiiiimo aiuto per portarli da casa A a casa B. Ce la posso fare? Dite tutti sì, in coro.
C'è mia madre che continua a ripetermi 'chi lascia la strada vecchia per la nuova...', una volta, due, tre, e alla quarta la mando male. Sì perché non le è chiara la mole di stress che mi porto dietro a mò di zavorra e che fa? Rincara la dose. Grazie mamma che mi sopporti e mi finanzi.

E niente, 'sto qua dice che affitta a studenti dal 1988 e che nessuno si è mai lamentato. E chi doveva andarsi a lamentare? Io. Sì, perché io esigo che mi faccia il contratto per studenti universitari e non che mi affitti l'immobile senza alcuna precisazione. Sono forse scema io? Sono andata al Caf, all' Agenzia dell'entrate, ovunque e tutti mi confermano che è come dico, che ho il dovere di esigere quel tipo di contratto. 'Sto qua niente oh, testardo come un vecchio di settant'anni. Come dite? Ha settantaquattro anni? Vero. Ha iniziato a dire che lui fa così, che non gliene frega nulla, che odia la burocrazia (e qui ha iniziato a delirare!) e che se continuo a rompere il cz allora mi accontenta. Sia lodato. Poi mi ha fatto notare dei proiettili nella credenza e lì ho avuto paura. Sì sono un'incosciente, sto lasciando la strada vecchia e bla bla bla.

un saluto alle mie
attuali coinquiline
Ma io di qui me ne vado e non vedo l'ora. Sebbene 'sto qua mi ha accolta con 'Emilia...ma porca vacca...giusto Emilia ti dovevi chiamare? Io odio gli emiliani, sono anni che dico che la Romagna deve staccarsi e fare regione a sè'. Emh.
E' destino che io debba trovarmi in situazioni al limite del possibile cosicché io possa continuare a scrivere su questo blog e farvi sentire, gratis, delle persone migliori di me.
Tutto sommato è simpatico, dai. Una risata lo seppellirà.
Sopravviverò e avrò Andrea nella stanza accanto. Non mi serve altro. Ovviamente in casa non saremo soli, il coinquilino X ad oggi non ha volto quindi stay tuned.
Quindi è fatta eh! Lascio questa casa di me.lma il trentuno luglio e ho bisogno del vostro supporto. Non è mica psicologicamente facile un trasloco, lo sapete?
Mi volterò e chiuderò per l'ultima volta la porta di questa stanza, della mia confidente. Sì ok adesso la metto sul piano melodrammatico, non ridete di me ma io a queste mura mi ci ero quasi affezionata. E' la vita e i cambiamenti fanno bene. Vero che fanno bene?

p.s. Jabba è na settimana che mi chiede 'allora trovato niente?' e io le dico che no, non ho ancora confermato nulla. BUAHAHAHA, devi stare sulle spine fino all'ultimo minuto, peperone ripieno. Come dite? Mi sto già addolcendo? Allora ci riprovo eh. BUAHAHAHA, devi stare sulle spine fino all'ultimo minuto, maledetta... maledetta.... ok è ufficiale, sono già a corto di insulti.

No vabbè.

informazione di servizio: ho cambiato nickname e foto dal momento che Usignolo (ve la ricordate la storia di Cipresso che voleva sposarla, dopo averla tradita due volte?) è incinta e ha scoperto il mondo dei mummy blog. Da cogliona quale sono presa dall'euforia, le ho consigliato qualcuno dei blog che conosco. Spero che non arrivi mai su questa piattaforma. In soldoni: Cipresso è alle stelle. Usignolo anche. Ottimo.

Vita

All'ora di pranzo mia madre mi ha chiamata per dirmi che mio fratello era tornato a casa sorridente e soddisfatto del suo orale della maturità. Ho iniziato a piangere senza bene rendermi conto di cosa stessi facendo. Sapere che ha dato il meglio di sé, in questo ultimo ostacolo mi ha riempita d'orgoglio. Sono stati cinque anni splendidi, dal mio punto di vista, dal suo forse un po' meno.
L'ho visto crescere (assieme a barba e capelli) tra mille parole che mi suonavano strane, tra progetti e tavole di topografia, centinaia di matite e compassi sparsi per casa, tra delusioni e successi inaspettati, telefonate ed sms. E' mio fratello e io sono così orgogliosa di lui.

correva l'anno 2009
Certo, mi piacerebbe che fosse meno menefreghista e disordinato, più espansivo e ottimista, ma io lo amo incondizionatamente. Quando mi abbraccia il minimo indispensabile, quando devo rincorrerlo per convincerlo a farsi toccare gli addominali, quando devo fare mille giri di parole per estrapolare informazioni che otterrò a fatica perché sa sto indagando su commissione, quando mi scrive 'ho saputo tutto' e io gli rispondo 'tua madre è una pettegola' e sorride, quando mio padre è deluso e io cerco di sdrammatizzare, quando è estate e mi chiedono a che ora l'ho sentito tornare e mento sempre di mezz'ora, quando la gente dice che ci somigliamo un sacco e ridendo gli dico 'devi esserne fiero' e in realtà quella orgogliosa sono io. Lo amo e lui lo sa, anche se non si fa più baciare come un tempo e mia madre mi ricorda che ha quasi diciannove anni.

Poi sposto l'attenzione su di me e mi domando se l'ho mai messo a disagio, se ha mai risentito del fatto che sua sorella è sempre stata la prima della classe, del fatto che i miei genitori hanno sempre avuto grandi aspettative su di me e che a lui hanno sempre lasciato scegliere, del fatto che le mie pareti sono piene di attestati e premi e le sue, di medaglie sportive.
E penso a quando mi ha detto 'eh ma io non prenderò mai il tuo voto, 70 sarà il massimo che posso sperare' e l'ho rassicurato dicendogli che a me di uno stupido numero non importa, perché so quanto vale e farà del suo meglio nel capitolo successivo. Amore mio.
Quello stupido numero ti resta sul groppone per anni. Di anni ne sono passati quattro e io sono ancora incazzata e il ricordo della maturità è ancora nitido. Così come ricordo perfettamente i cinque anni trascorsi in quello che io chiamo Inferno, appresso a diciannove prime donne con le unghie ricostruite e il cervello annebbiato dal fumo; e ricordo anche la sensazione di leggerezza mista a liberazione, dell'ultimo minuto dell'ultimo giorno di scuola. ''E' finita'', pensai. 

Ce n'è per tutti i gusti.

Premessa: siamo soli in una casa di 200mq.
Siamo liberi. Siamo sotto l'aria condizionata. Siamo felici.
Ma siamo ben consci che questa libertà durerà poco. Ecchisene. Guardare le puntate di Lost senza badare al volume (che se no Jolly s'incazza), ridere quanto ci pare (che se no Jolly si irrita), fare la batterista con piatti e biccheri: priceless. Dovreste provare.
Ogni tanto mi scappa un'imprecazione ad alta voce tipo 'A Jolly de casa, ma vattene a f...' e rido.
E godo perché tanto non c'è nessuno e posso sfogarmi quanto mi pare. Poi c'è Andrea che si diverte a bussare forte al muro, ride e insulta Jolly senza pudore. E' bellissimo.
Però il nostro masterpiece è 'Ollè lè ollà là Jabba nel bidè, Jabba vai a cagà'. E' strabellissimo


Capite ora il senso della frase 'basta poco per essere felici'? Mammaaaa sono feliceeee.
Sempre ieri sera, sul tardi, all'improvviso mi è venuta voglia di gelato. Shorts, infradito e dritti al Puro e Bio, la gelateria (dietro l'angolo, proprio) che offre una mini gamma di gelati al riso (senza lattosio nè glutine) e fa quello al cocco che...che...chevvelodicoafare.

Canzone del giorno: questa. Mi viene in mente quando non ci stavo troppo con la testa avevo dieci anni e ancheggiando tenevo tra le mani l'antenna dello storico televisore col tubo catodico, a mò di microfono. Una spazzola, no eh? Il telecomando? No. Mi piaceva l'antenna perché si estraeva e si allungava. Freud se ci sei batti un colpo. Non giudicatemi vi prego.
Ora vi lascio che è pronto il riso freddo e abbiamo Asereje e Chihuahua da ballare come forsennati.

Bloody kitchen #2

Attenzione: il post non ha l'intenzione di accusare nessuno, mi limito a far luce su questioni ingiustamente trascurate. E' pertanto sconsigliato a coloro che pensano li stia giudicando assassini e ignoranti. [fatto realmente accaduto]

Il secondo argomento di questa rubrica riguarda il consumo di uova e tutto ciò che concerne la nascita, la crescita e la morte di polli da carne e galline ovaiole.
Ricordate il film d'animazione ''Galline in fuga''? E' uscito nelle sale nel giugno del 2000 e si è classificato tra i film più visti in quell'anno. Notevole è la somiglianza tra l'ambientazione del pollaio e il campo di concentramento di Aushwitz. Tuttavia, credo che genitori e bambini non abbiano compreso il vero messaggio del film, prendendo il tutto come la classica favoletta che inizia e termina sullo schermo, che vale i cinque euro del biglietto, che ci fa a tratti sbellicare dalle risate. Quante coscienze pensate che abbia smosso? Io un' idea ce l'ho.

Ma veniamo a noi. L’uovo apporta una buona quantità di proteine (12,4 g/100 g), ma è ormai largamente dimostrato che per una salute ottimale è necessario ridurre drasticamente o eliminare del tutto l’assunzione di proteine animali, ricche di aminoacidi contenenti zolfo e quindi acidificanti (per la spiegazione: bloody kitchen #1). 
La dieta moderna è invece eccessivamente proteica, con conseguenze negative per la salute a breve e lungo termine. L’uovo è composto per il 70% da grassi, di cui molti saturi, ed è un concentrato di colesterolo (da 250 a 371 mg/100g), sostanza già prodotta dal nostro organismo e che non è assolutamente necessario introdurre con la dieta. Assumerne in più, soprattutto insieme ai grassi saturi, aumenta il rischio di arteriosclerosi e quindi delle malattie cardiovascolari, cerebrovascolari, circolatorie e altre malattie croniche.

C’è poi da considerare il rischio di contaminazione da Salmonella, a causa della porosità dell’involucro esterno dell’uovo, delle condizioni igieniche degli allevamenti e della qualità delle catene produttive. In definitiva, si consiglia di eliminare o ridurre fortemente il consumo di alimenti ad alto contenuto di colesterolo e grassi saturi, come lo sono i prodotti di origine animale, e aumentare il consumo di alimenti di origine vegetale, privi di colesterolo, oltre che a bassissimo contenuto di grassi saturi (eccezion fatta per gli oli tropicali come quello di palma e cocco).

Lato etico
Molte persone credono che la produzione di uova non comporti crudeltà o morte di animali, ma la realtà non è questa. Per avere delle galline ovaiole sono necessarie uova fertili. Dalla metà di queste nasceranno però anche pulcini maschi, che diventeranno o galletti allevati per essere macellati dopo pochi mesi (polli “broiler”) oppure uccisi immediatamente con il gas o la triturazione (ancora vivi). Quindi per ogni gallina che produce uova, c’è un galletto che “vive” in un allevamento intensivo o che è già stato ucciso. 
Ogni anno in Gran Bretagna vengono uccisi 35 milioni di pulcini di un giorno di vita, usati poi come fertilizzante oppure interrati.
Ma un destino persino peggiore attende le galline allevate in batteria: sono loro a produrre la stragrande maggioranza delle uova usate nei prodotti dolciari, nella pasta ecc. Vengono ammassate in piccole gabbie di ferro insieme ad altre 9 galline: ad ognuna è concesso uno spazio di movimento paragonabile ad una scatola da scarpe (pensate ad un foglio A4); la gallina non riesce neanche a spiegare le ali e vive costantemente immobile. 
Esse sviluppano una grave forma di osteoporosi dovuta all’imprigionamento, rimangono così paralizzate e muoiono di fame e sete a pochi centimetri dal cibo e dall’acqua.
Ad un giorno di vita alle galline viene tagliato il becco, per evitare che si becchino a vicenda. 
Questo viene rifatto a sette settimane, in quanto il becco può sempre ricrescere. 
Il taglio del becco causa forti dolori cronici ai poveri animali, paragonabile al taglio di un arto, e l’insorgere di malformazioni. 
La gallina non sarà più in grado di mangiare, bere e lisciarsi le piume in modo normale.

La totale mancanza di luce solare, unita ad una dieta inadatta, induce in questi animali numerose carenze: segni visibili sono i colori smorti delle creste e il pallore delle zampe.
La crescita incontrollata delle unghie porta spesso le galline ovaiole ad impigliarsi nelle maglie della grata metallica su cui si poggiano, portando a lussazioni e fratture. Il contatto continuo con gli escrementi induce infezioni agli arti inferiori. Tutto ciò non viene mai curato dagli allevatori, la morte di alcuni individui incide poco sui grossi numeri della produzione, né viene presa in considerazione la sofferenza di questi animali. Negli allevamenti si trovano spesso animali agonizzanti, incapaci di reggersi sulle zampe e scossi da spasmi.

Non appena le femmine diventano adulte, vengono messe nei capannoni con luce flebile: buio totale per 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, per 2-3 settimane. 
Sono alimentate con una dieta molto povera, quasi da fame. Alla fine di questo periodo le luci vengono accese, 20 ore al giorno, per convincerle che è primavera, e passano ad una dieta proteica, in modo che comincino a deporre le uova: ne hanno fatta una scienza, in modo da poter fermare e avviare questo processo a loro piacimento. Controllando luce, mangime e tipo di alimentazione, l’industria può costringere le galline a deporre uova tutto l’anno. 
Le galline, quindi, arrivano a deporre oltre 300 uova l’anno, ossia 2-3 volte quante ne produrrebbero in natura. Dopo il primo anno di produzione le uccidono: l’industria ha stabilito che è più economico macellarle e ricominciare da capo che tenere galline che depongono meno uova.
Aprite gli occhi: queste pratiche spiegano perché al giorno d’oggi la carne di pollo e di tacchino è così economica.

A coloro che pensano che tutto questo non riguarda le galline allevate a terra, sto per dare una spiacevole notizia: l’etichetta “allevato a terra” o “allevato in libertà”, che si applica alla carne e persino al pesce (tonno in libertà??) è una stronzata. 
Per definirli tali devono avere accesso all’esterno, ma in realtà si tratta di capannoni che contengono 3000 polli, con una porticina che dà su un fazzoletto di terra 2 metri per 2; la porticina è sempre chiusa, salvo eccezioni. Molto spesso le uova deposte da galline allevate in modo intensivo (l’una sull’altra in grossi capannoni, si calpestano per dormire o raggiungere il cibo) sono etichettate come “allevate a terra”, ma in realtà vuol dire semplicemente che le galline non sono in gabbia: vengono quindi debeccate, assumono farmaci e macellate in modo crudele come tutte le altre. Le uova biologiche (non sempre) garantiscono maggiori tutele per il benessere e la salute degli animali, ma ciò non toglie che spesso quest’etichetta è applicata in maniera inappropriata: in assenza di severi controlli, infatti, la dicitura “biologico” è erronea ed abusata. Ciò vi stupisce?

Questo non toglie che, modalità di crescita a parte, la morte e la crudele selezione, le riguarda tutte allo stesso modo: pertanto la macellazione è un passaggio obbligato nel momento in cui diventano poco produttive. E non ne è esente neanche il celebre contadino che alleva e macella a suon di carezze i suoi adorati animali (perché è questo che vi dicono, no?) e che dei pulcini maschi non sa che farsene, la vecchina sotto casa dal quale acquistiamo le nostre uova certi di fare del nostro meglio. In sintesi: per ogni gallina ovaiola acquistata dal contadino, un pulcino maschio è stato ucciso perché improduttivo e scomodo. Vi è mai capitato di vedere un solo gallo tra tante galline?

Non tutti i polli devono sopportare le gabbie di batteria. I broiler, polli da carne (contrapposti alle ovaiole), sono fortunati: possono avere anche 9 decimetri quadrati. 
Questo vale solo per le carni americane ed europee. Grazie a tecniche di manipolazione genetica, sono indotte a crescere più del doppio in meno della metà del tempo: un tempo avevano un’aspettativa di vita di 15-20 anni, oggi vengono macellati verso le 6 settimane.
E’ chiara quindi la fine che fanno i pulcini “non da carne”? I cosiddetti “inutili”, o meglio, “improduttivi”, finiscono su una piastra elettrificata, alcuni vengono gettati in grossi contenitori di plastica, i più deboli vengono calpestati e spinti sul fondo, dove soffocano lentamente.
I più forti soffocano lentamente in cima. I più sfigati finiscono triturati vivi. 
E' quindi impossibile dire quali animali siano più o meno fortunati.


E se pensate che quanto ho scritto finora riguardi casi isolati e metodi non più in uso, lontani anni luce dalla realtà più vicina a noi, vi invito a vedere questa serie di brevi (e eloquenti) video: caponni della ditta Bruzzese, per i più scettici il servizio del tg1, un esempio di allevamento intensivo, orrori in batteria, sterminio di polli e galline,

“Crudele? Dipende dalla tua definizione di crudeltà” J.Foer

Per le pasticcere che seguono il mio blog, ho una fantastica notizia: potete facilmente sostituire le uova nella preparazione dei vostri dolci preferiti, essendo queste utilizzate per facilitare la lievitazione e per legare gli ingredienti. Fecola di patate, maizena, latte di soia in polvere, banane, semi di lino e sciroppo d'acero accorreranno in vostro aiuto.
Potete consultare questa pagina per avere maggiori dettagli.

Vi invito a riflettere e a dirmi cosa ne pensate, liberamente. Vi consiglio il libro ''Se niente importa, perché mangiamo animali?'' di J. Foer, dalla quale ho estrapolato alcune di queste informazioni. La lettura di questo libro è stata illuminante per me e per tutti coloro che hanno scelto di essere vegan.

Che afa che fa.

Finché Studio Aperto non lancia l'allarme anziani, non fa caldo ed io me ne sto in felpa.
Scherzo eh. E' che noi abbiamo così caldo che non ci par vero e mangiamo solo frutta, mandorle e pane integrale col patè di olive nere. Fine. Ieri sono stata messa di fronte ad una prova di coraggio: riuscire a mangiare la celebre insalata di riso fredda. Sì dai, la guest star delle scampagnate, al mare a ferragosto, delle cene sbrigative. Sì, quella che per ben 22 anni ho opportunamente evitato. Chi mi conosce sa che rabbrividisco all'idea di mandar giù pasta e riso freddi o del giorno prima, rimestati. Ma ieri di stare ai fornelli non avevamo voglia, così nel pomeriggio ci siamo messi all'opera e a sera la ''cena'' era già bella che pronta.
Inutile dire che mentre Andrea sorrideva a pancia piena, io ero lì che lo guardavo affamata e disgustata, al punto da avventarmi su tre pesche e mezzo melone retato.
Quindi chiedo aiuto a voi, ditemi un po', cosa preparate di fresco in questi giorni di caldo torrido? Poi ovviamente provvederò a crearmi la versione vegana.

OT: non ricordo chi mi ha chiesto in privato il profilo fb perché distrattamente ho cancellato la mail e ho perso il mittente. Colgo quindi l'occasione per dirvi che se avete piacere di aggiungermi su fb potete mandare una mail a emymar@hotmail.it. 
Stavolta giuro che sto più attenta.

OT2: prendo spunto da Fiona per chiedervi se sapete che fine hanno fatto questi due blog: Iris di Ma quale scrittura creativa e Ma io qui che ci sto a fare.Sono mesi che non ne ho più traccia, nè risposta alle mail.

'Gna faccio.

Sono in un periodo sfigatissimo. Posta questa premessa potete immaginare il resto. Dico solo che alla serie di sfighe (vedi pc rotto, vedi piedi distrutti, vedi bici da rottamare) stamattina se ne è aggiunta un'altra e a momenti mi tranciavo un dito. Però non posso mica tornare e raccontarvi di questo.

Sono iniziate le ricerche di sta cazz benedetta casa per settembre. Ragazzi è dura. Voi non potete immaginare quanto. E fa caldo. Ma fa caldo del tipo che io a Forlì potrei lasciarci le penne. Così stare da Andrea è impossibile e per un paio di giorni staremo da me (ho il climatizzatore, che dio lo benedica) evitando opportunamente le altre, che tanto manca un mese e poi ci mandiamo tutte a fancxlo, vuoi che si lamentino proprio ora?!

Macroeconomia è andata. Per sempre. E mi sono concessa un giorno (zoppicando) a Mirabilandia; sì, ci sono stata l'anno scorso con l' Ameba ma vuoi mettere andarci col fidanzato? Io mi sono divertita, ma tanto, il mio stomaco un po' meno. Ad ogni modo volevo dirvi che io non mi sento mica pronta per la prova costume e rimpiango la giovinezza, le gambe toniche e lisce, il costume coi laccetti in vita, gli shorts bianchi e il thè freddo in piazza. Però, ribadisco, ho un paio di tette che prima non avevo e che mi fanno felice. Vero specchio specchio delle mie brame?

Non vi ho raccontato che qualche settimana fa, abbiamo cenato in un ristorant(ino) macrobiotico. Così, à tester. Ci accoglie un ragazz(ino) e ci racconta con voce flebile (ergo: ho capito poco e niente) una serie di cose che riguardano la loro cucina, cosa mangiano, cosa no e che la serata prevedeva un menu a base di pesce oltre al piatto vegetariano che varia due volte al giorno. Bella sfiga, noi il pesce non lo mangiamo. Quindi nisba, ci tocca il piatto vegetariano e ci invita ad accomodarci. E qui casca l'asino. A suo dire, c'erano due posti liberi ma io mi guardavo intorno e non vedevo nulla, ho pensato mi prendesse in giro, salvo poi ricordare che da qualche parte avevo letto che i macrobiotici cenano tutti insieme, si siedono a tavola con gente sconosciuta al fine di promuovere la convivialità. Ho iniziato ad aver paura quando un signore anziano si sbracciava per indicarci che accanto a lui c'erano due posti liberi. In quel momento tutto è sembrato più chiaro.
Ci siamo fatti coraggio e ci siamo avvicinati. Io con la mia fighissima spilletta 'I'm vegan'.

Al centro una specie di acqua calda e smorta da bere prima e dopo la cena per favorire la digestione. Dopo poco ero lì che chiacchieravo col vecchino come se ci conoscessimo da una vita.
Mi racconta che i tipi che gestiscono il locale sono un po' strani, vivono in solitaria, sono silenziosi e non usano il cellulare; quindi, non bisognava far vedere loro di possederne uno.
Mi indica un cliente assiduo soprannominato Trombeur, sulla cinquantina, e ci tiene a farmi sapere che non fa altro che parlare di gnocca. Fantastico. Faccio segno ad Andrea di scappare ma niente, era lì chino sul suo piatto e non mi dava retta. Salutiamo il vecchino che ci raccomanda di tornare e si siede un altro; stavolta è il turno di Mastro Lindo, che è passato alla macrobiotica dopo essere diventato afono e malaticcio ma che da qualche mese ha ricominciato a mangiare la carne. Good.
Mi pareva di essere a uno speed date, avete presente? Non facevo in tempo ad affezionarmi che questi andavano via. Ma tornerò amici miei non vi dimenticate di me. Il dolce, un semifreddo alla nocciola (pare che i macrobiotici non usino lo zucchero), era delizioso, l'acqua calda decisamente meno. Quello che vedete in foto è il piatto vegetariano: verza, lattuga, miglio alla non so come, fagioli e fusilli alle zucchine. Il tutto alla modica cifra di quattro euro.
Vi ho fatto venir voglia di macrobiotica, vero?

Tratto da una storia vera

Storia di ordinaria follia, titolo:
ho visto cose che solo all'università di Forlì.

''ciao...ti chiami Emy giusto?''
''ehm...sì''
''allora come va? ti senti pronta per l'esame?''
''sì dai... mi preoccupa l'esercizio''
''ma quanti esami ti mancano? sei del mio corso vero?''

Finito l'esame, il tizio mi si avvicina nuovamente:

''allora? come è andata?''
''bene bene... senti ma tu come ti chiami?''
''mah...non importa, tanto non ci vedremo più''

E' successo ieri e sono ancora sconvolta. Però una cosa l'ho capita, i forlivesi sono tutti una massa di rincogl. Quindi io è con questa gente che interagisco ogni giorno? Con questi esemplari dovrei fare amicizia? Ma meglio sola và. E vi garantisco che era serio, si è voltato ed è andato via.

Stamattina mi sono recata dal meccanico delle biciclette ed ho capito che da grande voglio fare la biciclettaia. Tanto per cambiare -vedi alla voce: i forlivesi sono tutti una massa di- al mio saluto risponde con ''puoi cavare quella bicicletta dal mezzo?''. Cavare. Dal mezzo. What?!
'Cavare' ci sono, lo so! lo so! Significa togliere. Ma un buongiorno? Un salve che cazzo vuole di sabato mattina? L' avrei tollerato, forse. E niente, quindici euro e via.
Ho maledetto anche te, appresso a quel invornito di ieri. Sappilo biciclettaio, sappilo!

Ad ogni modo, mi hanno abbandonata due (bicicletta e pc) delle tre cose più importanti che ho a Forlì. Fossi in Andrea inizierei a grattarmi.

p.s. la serata di ieri l'ho passata a letto, a farmi bucare due vesciche grandi quanto l'ignoranza del Trota, ai piedi. Invidiatemi. #quelsant'uomodiAndrea

Lost

Voi mi riempite d'orgoglio. Sappiatelo.

Che dire, domani torno a Forlì ma non ne ho mica voglia. Cioè, se penso che sono sette giorni che non vedo Andrea, sì. Se penso che venerdì ho il prof. di principi internazionali ad attendermi, NO!
Sono a Casa da una settimana e se non fosse per la coscienza, me ne sarei andata al Mare a studiare. Voi ci credete? Dite no! Dite no! E invece niente, in cucina col ventilatore preso in ostaggio e millemila fogli sparsi. Al solito ho le notifiche blog che superano il centinaio ma fingo di non vederle che se no mi prende un attacco di panico.

Però mi mancate e non vedo l'ora di rileggervi tutti.

Mio fratello tra qualche giorno ha gli esami di maturità e tra un'anguria e l'altra mi è toccato fargli da assistente nella stesura della 'tesina della salvezza', quella che ti fa fare bella figura per i primi 5min. Sono sufficientemente apprensiva, al 'hai iniziato a fare la tesina?' 'che tesina? non serve' 'come no? I professori non ti hanno detto nulla?' 'boh' ho iniziato a sudare freddo. Io spero vivamente che non vada all'università se no vi toccherà prescrivermi lo xanax.

Fare la vegana a casa è stata dura ma ce l'ho fatta; ho costretto mia madre a seguirmi dal medico per rassicurarla e così è stato. Ho corso un rischio notevole, durante il tragitto ripetevo tra me e me ''ti prego fa che non sia uno di quei medici troglodita'' e alla fine ho vinto! Emy 1- Mamma 0
C'è stata la consueta cena tra parenti e già da qualche ora prima ho cominciato a farmi il segno della croce al contrario; mi è toccato spiegare (uno ad uno, lo giuro) che no, non sono a dieta, che non ho battuto la testa, che sono sempre io (la pecora nera golden), che sono magra ma non anoressica, che voglio bene loro comunque e che i drudi di Arancia Meccanica non mi hanno rapita per farmi il lavaggio del cervello. Che fatica, ragazzi miei. Però mi sono beccata per l'ennesima volta la medaglietta 'tu n'gia dè la mort a mamt' (trad: sono anni che fai preoccupare tua madre, non bastava il terremoto, ora anche 'sta storia che non mangi. La farai morire di crepacuore).

A Forlì sono cominciati i mercoledì del Quore, ai meno esperti posso dire che è un po' come assistere alle riprese di walking dead. Il lunedì, il martedì, il giovedì e il week end stiamo tutti rintanati in casa ma il mercoledì....il mercoledì è sacro.. rivedi l'ostetrica, i compagni dell'asilo, tutti gli ex in fila per tre col resto di due, le coinquiline che hai sudato tanto per levarti dai cogl.
Cose così. I più, ci tengono proprio a fartelo sapere e si taggano in piazza, sotto la statua di Aurelio, così se prima di uscire hai qualche dubbio, stai pur certo che un incontro di quelli spiacevoli lo fai. E' scientificamente provato. Ciao Ema!

Mi sento scossa.

Stamattina mi sono svegliata e ho scelto le mutandine giuste per morire. Quelle verdi erano a lavare, quelle nere no che portano sfiga, quelle di pizzo ok che quando mi ricapita più di metterle.
Che ho mia madre accampata sotto la tv e non vuole sentir volare una mosca quando iniziano i telegiornali e parlano del terremoto in Emilia. Mamma, io sono in Romagna. Anyway.
Io che faccio sempre la parte della sborona e vanto sonni beati mentre mezza regione trema e si scombina, in sti giorni non sono tranquilla. Ho pronta la borsa davanti la porta, visto mai.
Come da copione, Andrea è a Firenze e quindi dormo a casa mia. Sola. Ciò significa che se mai dovesse succedere qualcosa nel cuore della notte, oltre a non sentire nulla (mmmh...dite?!) rischio di essere dimenticata dalle bestie che fregandosene saranno corse ai ripari senza di me. Allegria!
Mettici pure che sono l'ansia in persona, che mi chiamo Emilia, che stanotte ho sognato che un topo mi mordeva (il libro dei sogni riporta: lutto in arrivo), che il presagio dei Maya mesi fa è stato anticipato al 5 giugno... Sì, io credo a tutte le cretinate, lo sapevate no?!


Questo per dire che ieri, mentre ci comunicavano di abbandonare immediatamente le aule dell' università (la pelle d'oca proprio, 'tacci vostri) ho sentito qualcuno lamentarsi, desideroso di continuare la lezione. Io certa gente boh, a strattoni, supina, sulla ghiaia, la trascinerei.
Per questo sul titolo ero indecisa: fuga dei ''cervelli'' o galline in fuga. Certi schiamazzi che nemmeno il reparto nursery. Io da persona saggia quale sono, non sono corsa al parco.

E niente, qui va tutto bene. Mangio schifezze come se non ci fosse un domani, perdo anni di vita ad ogni puntata di Lost, conto i minuti che mi separano a venerdì e centellino le olive verdi in attesa del prossimo tour al supermercato. Lo so, lo so, ho una vita che suscita invidia dalle prime righe.

p.s. A Gegge, simpatico umorista, er mentalist dei poveri: questo.
E non si dica che non mantengo le promesse.
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